Un educazione paperopolese by Valentina De Poli

Un educazione paperopolese by Valentina De Poli

autore:Valentina De Poli [Poli, Valentina De]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2022-05-03T17:40:47+00:00


Topolino 2000

I mitici anni del milione di copie

E mentre con una mano sfogliate queste pagine e con l’altra il fatidico n. 2000, magari la vostra mente già vola al n. 3000…

Gaudenzio Capelli, editoriale dello

Speciale Topolino 2000, marzo 1994

Tra il 1993 e il 1994 è successo tutto. Per una come me, con una forte attitudine a lasciarsi guidare dall’istinto e dalla curiosità piuttosto che dall’ambizione o dal calcolo, è stato necessario ristudiare per bene le traiettorie della freccia del tempo che fu e solo di recente ho preso coscienza che quello è stato il periodo delle svolte. Non sto parlando di sliding doors, di imprevisti che cambiano un’esistenza, ma di scelte. Partiamo dal personale che, come ormai avete capito, arriva sempre a grandi zampate a intrecciarsi con il professionale, cioè con il mondo di Topi e Paperi. Quel periodo per me ha significato: lasciare il fidanzato storico, intraprendere un viaggio on the road in Messico con l’amica del cuore sperdute nel Chiapas che quasi diventavamo zapatiste, abbandonare definitivamente l’università perché tanto avevo un lavoro serio, affrontare l’esame da giornalista professionista azzardando una tesi che metteva a confronto i due miti pop Mickey Mouse e Michael Jackson, dire di no a Elisa Penna che mi offriva una carriera acceleratissima e assicurata nella neonata Area 2 delle testate disneyane di cui lei sarebbe stata il direttore dopo anni da vice alla testata ammiraglia. Visto? Tre, quattro tappe e siamo già arrivati al Topo… E a una voce: «Valentina, può venire da me un attimo?». Ricordo benissimo Gaudenzio Capelli, l’immenso direttore, quando mi ha chiamato nel suo ufficio, eravamo ormai nella sede di via Dante, per chiedermi se per caso fossi impazzita. La proposta di Elisa di farmi diventare da lì a subito caposervizio nella redazione delle testate femminili e prescolari, tra cui il neonato magazine di Minni, a suo vedere era irrinunciabile.

Dal 1992 ero stata rubata alla segreteria di redazione e da praticante giornalista la prova scritta dell’esame di stato incombeva su sogni e incubi, io che al corso mi stavo cimentando con gli articoli di politica, e poi alle simulazioni serali finiva sempre che sceglievo quelli a tema sportivo… Ma ci pensavo? Caposervizio! Una carica ambitissima a cui aspirare dopo anni di dedizione redazionale. Valutare pro e contro, subito. Di pro me ne veniva in mente solo uno ed era dettato dall’esasperazione: forse finalmente mi sarei liberata della presenza soffocante e antipatica di un collega-capetto che mi faceva soffrire un bel po’, mi parlava in dialetto con fare sprezzante, essendo io una donna il fatto che io dovessi stare al suo servizio era acquisito nella sua testa (per certi personaggi va da sé, poveretti) e questo mi dà l’occasione per chiarire, anche a me stessa: non è che siccome quella è la redazione di Topolino, allora sono sempre rose, fiori, risate e leggerezza. I momenti di crisi-cenerentola li ho avuti anche io, eccome. Ma potermi sbarazzare del troglodita – mai la definizione ciminiana fu più calzante – non bastava a farmi cambiare idea.



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